Sciopero presso Max Mara: protesta delle lavoratrici per dignità e rispetto dei diritti

Le lavoratrici dello stabilimento Manifattura San Maurizio, parte del gruppo Max Mara con sede a Reggio Emilia, hanno attuato uno sciopero il 21 maggio scorso, rivendicando dignità, rispetto e il pieno riconoscimento dei propri diritti. La vicenda ha acquisito risonanza mediatica nei giorni successivi, a seguito di testimonianze di alcune operaie raccolte e pubblicate dal Fatto Quotidiano.

Secondo quanto riportato dal quotidiano, le lavoratrici avrebbero riferito di sentirsi trattate “come mucche da mungere”, di aver ricevuto commenti denigratori sul proprio aspetto fisico, quali definizioni di “grasse” o “obese”, accompagnati da suggerimenti su esercizi ginnici da svolgere a domicilio per perdere peso. Sarebbero state inoltre denunciate condizioni di lavoro assimilabili al cottimo e un presunto controllo sui tempi di utilizzo dei servizi igienici.

Le organizzazioni sindacali Filctem CGIL, promotrici dello sciopero, hanno affermato, attraverso una nota, che le lavoratrici stanno chiedendo “dignità, rispetto e la garanzia di diritti basilari” che, nell’anno 2025, non dovrebbero costituire oggetto di trattativa. Hanno sottolineato come l’esasperazione delle dipendenti necessiti di essere ascoltata dalla direzione aziendale, dalle istituzioni e dalla comunità reggiana, alla quale è stata rivolta una richiesta di piena solidarietà.

I sindacati hanno inoltre precisato che alla base della protesta vi sarebbero permessi negati, imposizione di periodi feriali, ritmi di lavoro giudicati insostenibili e potenzialmente causa di danni fisici e malattie professionali, unitamente a una mancanza di riconoscimenti salariali. Hanno altresì auspicato che il Comune di Reggio Emilia, coinvolto con Max Mara nella riqualificazione dell’area ex-Fiere, consideri il rispetto dei contratti e delle relazioni sindacali un elemento imprescindibile in tutte le future discussioni.

Le rappresentanze sindacali hanno criticato il contrasto tra gli investimenti del gruppo nel nuovo “Polo della moda” e le persistenti condizioni lavorative denunciate, inclusa la presunta mancata applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento. Sonia Tosoni, segretaria nazionale della Filctem Cgil, e Simone Cavalieri, segretario generale della Filctem Emilia Romagna, hanno infine ribadito l’inaccettabilità che un brand di fama internazionale, che promuove il “Made in Italy”, possa, a loro dire, privare dei diritti i lavoratori che realizzano tali eccellenze.

Fonte: https://fashionunited.it/news/moda/le-lavoratrici-di-max-mara-scioperano-per-chiedere-dignita-rispetto-e-diritti/2025060927242