«Sono nella lista delle studentesse più brave a letto» denuncia di una ragazza di UniPa

Una studentessa dell’università di Palermo ha denunciato su un blog di informazione non ufficiale dell’Università un episodio di sessismo nell’ateneo, avvenuto negli scorsi mesi. La ragazza ha spiegato di essere in una lista di «studentesse dalle migliori prestazioni sessuali», redatta da un dottorando di ricerca del dipartimento di Economia di UniPa e diffusa attraverso dei gruppi WhatsApp.

«Episodi come questo ci fanno rendere conto di come uno spazio femminista all’Università sia necessario e che l’emancipazione delle donne oggi non sia affatto scontata, nemmeno negli ambienti accademici, tra i banchi dei dottorati, dove prende forma la classe intellettuale di domani. Nel mostrare solidarietà alla collega, sentiamo il dovere di puntare i riflettori sull’ambiente accademico che nasconde e protegge, legittimando, chi fa violenza sulle donne», dice Anna Taibi, una studentessa di Beni culturali.

«Di recente, su un blog è apparso un post di segnalazione di una molestia a danno di una studentessa. Nessuna segnalazione è giunta alle strutture di Ateneo: né a me in qualità di prorettrice, né al rettore, né infine utilizzando il servizio anonimo di whistle blowing di Ateneo. Cionondimeno, per evitare di passare sotto silenzio una denuncia all’apparenza così grave, abbiamo attivato i nostri canali di indagine, nel rispetto della riservatezza che è dovuta in questi casi» lo scrive in una nota Beatrice Pasciuta, prorettrice all’Inclusione, pari opportunità e politiche di genere dell’Università di Palermo.

«Nel mese di febbraio scorso un dottorando di ricerca ha stilato una classifica di sue colleghe di dottorato, in base alla bellezza fisica (o almeno in base al suo personale criterio), che a quanto ci risulta è stata pubblicata su una chat dei dottorandi per pochi minuti, prima di essere cancellata. L’autore di questo atto insulso e idiota è stato individuato e convocato dal coordinatore del Dottorato, che lo ha rimproverato e severamente ammonito – spiega -. Il dottorando ha allora inviato a tutte le colleghe di dottorato una mail di scuse, nella quale ha chiesto di perdonare il suo comportamento, da egli stesso, giustamente, definito “disdicevole e condannabile”. Il coordinatore ha quindi chiesto alle interessate se intendessero procedere con la segnalazione per il provvedimento disciplinare e, non ricevendo indicazioni in tal senso, ha ritenuto di considerare chiusa la vicenda».