Resto al Sud 2.0: le novità contenute nel DL Coesione

Il Decreto Coesione, il DL n. 60/2024, ha introdotto una serie di agevolazioni volte a favorire l’occupazione di giovani, donne e a sostegno dell’autoimprenditoria. Tra le novità Resto al Sud 2.0. L’obiettivo della misura Resto al Sud 2.0 è quello di promuovere la costituzione di nuove attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, sia in forma individuale sia collettiva, tramite voucher e contributi a fondo perduto. Con Resto al Sud 2.0 i giovani under 35 in possesso di specifici requisiti possono ottenere dei voucher fino a 50.000 euro e contributi a fondo perduto che coprono fino al 75 per cento delle spese per favorire l’autoimprenditorialità. Le attività sono avviate in forma individuale tramite l’apertura di partita IVA per la costituzione di impresa individuale o per lo svolgimento di attività libero-professionale o in forma collettiva attraverso la costituzione di società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società a responsabilità limitata e società cooperativa o società tra professionisti.

I giovani con meno di 35 anni d’età devono risultare in possesso di uno dei requisiti tra trovarsi in condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale e di discriminazione, come definite dal Piano nazionale Giovani, donne e lavoro 2021 – 2027, oppure sono inoccupati, inattivi e disoccupati o sono disoccupati destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Programma GOL).

I finanziamenti possono essere concessi per l’erogazione di servizi di formazione e di accompagnamento alla progettazione preliminare per l’avvio delle attività, definita su base territoriale e di concerto con le regioni, in coerenza con il Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 e il programma GOL, per il tutoraggio, finalizzato all’incremento delle competenze, al fine di supportare i beneficiari di Resto al Sud 2.0 nelle fasi di realizzazione della nuova iniziativa o per interventi di sostegno all’investimento, che consistono nella concessione di incentivi per l’avvio delle attività.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, gli incentivi sono fruibili, nel rispetto del regolamento UE sugli aiuti de minimis, in via alternativa e consistono nel riconoscimento di voucher e contributi a fondo perduto.

I beneficiari di Resto al Sud 2.0, per l’avvio delle attività con sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016, possono ottenere un voucher di avvio del valore massimo di 40.000 euro, in regime de minimis e non soggetto a rimborso, un contributo a fondo perduto, in regime de minimis, per programmi di spesa per l’avvio delle attività non superiori a 120.000 euro o un contributo a fondo perduto, in regime de minimis, per programmi di spesa per l’avvio delle attività dal valore compreso tra i 120.000 e i 200.000 euro. Il contributo copre fino al 70 per cento delle spese.

Un apposito decreto interministeriale, che dovrà essere emanato entro il 6 giugno individuerà i criteri e le modalità di finanziamento delle iniziative previste.

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