Me Too, in 223 testimoniano gli abusi nel mondo dello spettacolo

In due anni sono emersi duecentoventitré casi di molestie e violenze sessuali, duecentosette con vittime donne. Attrici e giovanissime allieve delle scuole di recitazione e delle accademie abusate da registi (41,6%), attori (15,7%), produttori (6,28%), insegnanti (5,38%), casting director, critici, tecnici, spettatori. In arrivo nuove denunce. Violenze in scena, sui set, nei camerini, in prova, durante le lezioni o i provini.

22 attrici hanno prestato i loro volti alle voci delle colleghe abusate, alcune delle quali molestate da un regista di un teatro pubblico italiano «che per 25 anni non è stato fermato» spiega Cinzia Spanò, presidente del collettivo Amleta. «Avevo un appuntamento per un provino. Quando sono andati tutti via, è arrivato lui. Mi ha chiesto di levarmi le mutande. Era notte fonda, avevo paura. Mi ha chiesto di toccarlo e baciarlo. Mi ha afferrato la bocca e tra le gambe. Mi teneva così, come in una morsa. Per molti anni non ho lavorato».

Più di duecento casi raccolti, «un sistema che vede il sesso come sottomissione e potere e non come libera relazione. Per questo serve al più presto una legge sulle molestie», sottolinea l’avvocata di Differenza Donna, Teresa Manente.